La memoria è vita
(Saul Bellow)
Ricordare o dimenticare, cosa è più sconcertante?
Ci si ricorda di più di ciò che ci ha fatto soffrire o di ciò che ci ha reso felici? Come possono una parola, un’immagine, un paesaggio, un odore, una situazione animare un flusso di ricordi?
Il compito della memoria è quello di registrare informazioni che arrivano da esperienze ed eventi diversi e di avere la capacità di riprodurli. La memoria ha un suo modo di lavorare che può dipendere dalla nostra volontà o anche entrare in azione quando meno ce lo aspettiamo : ci consente di salire su un treno che va all’indietro per ritrovarci in una situazione passata e di assaporarne i ricordi, ma anche di far emergere in modo autonomo ricordi non graditi che ci possono disturbare quando divengono persistenti e infine, a causa di malattie neuro- degenerative e di traumi, addirittura cancellare interi pezzi della nostra vita vissuta.
Ma non accade solo questo. La memoria, come la parte emergente di un iceberg, ha parti nascoste che esistono, ma non si vedono. Durante una seduta di psicoterapia possono emergere ricordi sui quali si lavora assieme al paziente per ricostruire la narrativa personale e aiutare consapevolezza e cambiamento.
L’ipnosi regressiva e l’ipnosi regressiva alle vite precedenti aiutano la mente ad entrare nel tunnel dei ricordi, anche transgenerazionali, come disse C.G.Jung quando parlò di “inconscio collettivo “o come scrive Brian Weiss quando parla di “vite passate “e dell’effetto curativo che hanno sulla persona quando affiorano durante la seduta di psicoterapia alla coscienza.
Un buon psicoterapeuta siede nella cabina i regia e attribuisce un senso e un significato allo scenario dei ricordi.