Simonetta Betti

Dalla psicoanalisi all’Ipnocoach

Dopo circa 15 anni seduta dietro al paziente sdraiato sul lettino ad intrepretare sogni, a stimolare libere associazioni, a non poter appoggiare la mano sulla sua spalla anche nei momenti più disperati, compresi che il metodo psicoanalitico mi stava stretto. Avevo bisogno di tecniche più attive che fossero in grado di stimolare le risorse del mio cliente verso la strada del cambiamento e che nel contempo fossero rispettose di due insegnamenti della psicoanalisi: la consapevolezza dell’ importanza della relazione che si stabilisce nel corso della psicoterapia e l’avere acquisito una buona capacità clinica e diagnostica.

Mi iscrissi alla Scuola quadriennale di Sessuologia Clinica e Terapia di coppia. Ancora oggi esercito come psicoterapeuta di coppia e dei disturbi della sfera sessuale. All’inizio degli anni ’90 un viaggio negli Stati Uniti per un Congresso scientifico, mi mise a contatto con le neuroscienze. Le scuole di Psicologia più rappresentate erano il Cognitivismo, la Gestalt, la Programmazione Neurolinguistica (PNL), l’Ipnosi Conversazionale (Milton Erikson) la Mindfulness Based Stress Reduction (Kabat-Zinn).
Mi attrasse la PNL, disciplina tesa a studiare i processi del comportamento e della comunicazione e a promuovere il cambiamento.

Mi recai in California, all’Università di Santa Cruz, per una formazione con Robert Dilts. Al termine del mio percorso triennale, ero in grado di utilizzare strategie efficaci per un coaching psicologico sia in ambito ospedaliero che nel mio studio. Qualche anno dopo mi recai in Scozia per una formazione con lo psicologo e life coach Richard Bandler, il co-fondatore della PNL assieme a John Grinder. Durante le demo Bandler stupì il pubblico con il suo linguaggio, talora provocatore e talora sciamanico. Un vero genio della comunicazione ed un grande conoscitore dell’inconscio. Aveva imparato da Milton Erickson. Lessi quel poco che Erickson aveva scritto e quel tanto che i suoi allievi avevano prodotto su di lui, guardai vecchi filmati delle sue sedute e infine decisi che era arrivato il momento di arricchire il mio lavoro con l’Ipnosi Clinica.

Londra e poi la Francia furono le sedi di questa nuova esperienza. La West London University mi aiutò a costruire un metodo di lavoro in parte ericksoniano e in parte cognitivista, la Francia mi traghettò nel ‘Milton Model’, il linguaggio ipnotico induttore di trance di che Erickson utilizzava in terapia.

L’anno prima del Covid mi recai all’Università del Massachusetts per uno stage di Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) con gli allievi di Kabat-Zinn. La meditazione, che già praticavo da tempo, assieme ai protocolli Mindfulness hanno aiutato sia me sia i miei pazienti a superare con serenità la pandemia , a dormire di notte , a non farsi travolgere da pensieri ossessivi e ad avere una gestione efficace degli attacchi di ansia.

Tutte queste esperienze, affiancate dal lavoro clinico, sono i presupposti operativi del metodo Ipnocoach.

Dove ho imparato

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