Simonetta Betti

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La Memoria

Finché funziona, ovvero ci ricordiamo ciò che abbiamo in programma di fare durante la giornata, i nomi delle persone che contano per noi, dove siamo stati in vacanza l’ultima volta o anche cosa abbiamo visto e fatto in un viaggio, la nostra memora è lì, ci accompagna ogni giorno e noi neppure facciamo conto della sua esistenza.

Quando arrivano piccole dimenticanze, la disperata ricerca di un nome, episodi che si dissolvono nella mente come cubetti di ghiaccio sotto i raggi del sole inizia la preoccupazione. Cosa mi succede? Avrò qualche malattia neurodegenerativa?

Uno sguardo sulle cause che possono essere all’origine di queste perdite di memoria diventa allora utile. Il nostro medico di base è la persona che può aiutarci in prima battuta. È bene valutare il funzionamento della tiroide, la possibile mancanza di specifiche vitamine, un eventuale trauma cranico, la disidratazione, lo stato emotivo, la presenza di disturbi del sonno.

Lo stress e gli stati ansiosi o stati misti ansioso/depressivi  possono anche essi influire sul funzionamento della memoria: più la persona è presa dal suo rimuginare o da pensieri anticipatori più diventa difficile per il cervello fissare nuove informazioni. 

Anche la terapia farmacologica a base di ansiolitici può provocare, durante l’assunzione del farmaco, momentanee perdite di memoria. In tale caso si crea un circolo vizioso: più ci si preoccupa del ricordare poco più si diventa ansiosi e più si diventa ansiosi meno si ricorda. 

Neurologo e psicologo con formazione in neuropsicologia  sono le due figure di riferimento alle quali rivolgersi per avere una valutazione approfondita dei processi mnestici e per identificare il trattamento più indicato.